Se pretendi sempre di essere il Boss, poi devi fare il Boss.
Quel Manager che sbuffa sempre e non decide mai.
Se ti soffermi a guardare il modo di giocare a calcio di Romelu Lukaku noterai una cosa. Si lamenta sempre. Ogni volta che un suo compagno di squadra ha la palla tra i piedi lui si sbraccia dettando il passaggio e se la palla non gli arriva, sbuffa. Non si chiede se il suo compagno avesse una visione migliore, altre opzioni di scelta, o se abbia preso la decisione corretta. No, sbuffa. Sempre, a prescindere, guardalo. Come se si chiedesse “Ma come è possibile che abbia servito un altro e non me”.
Non me.
Una quote di Jobber che mi è sempre piaciuta è:
“Mi hanno sempre colpito quei fenomeni che ti entrano in ufficio, parlano, escono. E non è cambiato un cazzo”.
Lukaku è un po’ come quel Manager. Che sbraita, fa, disfa, pretende. Ma quando poi arriva il momento importante non decide mai.
Un buon Manager non si mette a fare il lavoro di un suo collega. Non dice come fare il suo lavoro a uno Specialist del suo Team, assunto apposta. Lascia fare, visiona e capitalizza.
Ma quando arriva il momento di capitalizzare deve essere infallibile. Specie se prima hai rotto i coglioni giudicando il lavoro degli altri convinto di sapere fare meglio.
I Manager sbagliano, a volta per troppa generosità, come Lukakone ieri in difesa. Nessuno ti giudicherà per l’autorete in finale di Europa League costata la Coppa all’Inter. Nessuno sbraccerà sbuffando. Però parliamo di quando pochi minuti prima, lanciato in campo aperto, hai sbagliato un gol solo davanti al portiere.
Quello è il tuo lavoro. Caro Lukaku Manager.
Non lamentarti come un Boss perché Barella non te la passa. Perché poi è quando te la passa che devi dimostrarti Boss.
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