Quando non sai lavorare, dai la colpa agli altri.
Spiegato da Leonardo, il suo Capo, il PSG e il povero Donnarumma.
Dai è una storia vecchia come il mondo. Il tuo capo è un cane che se la crede e quando le cose non funzionano è talmente ottuso da non capire (o capisce benissimo e cerca di spostare l’attenzione dalla sua inettitudine…) così da dare la colpa ai suoi dipendenti, ai competitor, al mercato, allo Stato. A chiunque altro, insomma.
Ieri, dopo aver perso una partita già vinta per colpa di un errore del proprio team, il Presidente/Proprietario/Capo del Paris Saint Germain, tale Nasser Al-Khelaïfi uno che prima faceva il tennista e non si capisce per quale motivo ora dovrebbe essere un Top Manager di una società da trilioni di dollari, e il suo Direttore Sportivo, Leonardo, uno che prima faceva il terzino poi ha fallito in tutte le carriere che ha provato a intraprendere e non si capisce come mai goda ancora di credibilità nel mondo del business (forse perché parla 5 lingue? Può bastare per essere considerato un Top Manager? Nel dubbio studiate le lingue ragazzi! Me lo diceva anche mia madre…), hanno pensato bene di andare a picchiare l’arbitro.
La colpa non era loro. Ma di qualcun altro evidentemente.
Eppure non era qualcun altro, ma loro che negli anni hanno preso le seguenti decisioni:
Comprare tutti i giocatori più forti sul mercato pensando che per vincere la Champions League bastassero le figurine. E non le persone, le personalità, i ruoli, il gruppo, il team, l’organizzazione, la disciplina, le regole, gli obiettivi, pure la tanto decantata visione. Senza studiare la storia oltretutto, anche abbastanza recente, proprio della squadra che li ha battuti ieri. “Zidane y Pavones” ricordi? Il Real di Zidane, Ronaldo, Beckham, Figo, Owens, Raul quante Champions League ha vinto? Zero. Prima ne ha vinte nove, dopo quattro. Ma durante l’era dei Galacticos, zero.
👉 Spesso non serve comprare il miglior professionista su piazza, se poi non lo metti in condizione di lavorare bene.
Affidare una squadra che più che un gruppo è un insieme di individualità ad allenatori senza la giusta esperienza e carattere per guidarla: Emery prima (ricordate l’incredibile remuntada subita del Barcellona nel 2017 dopo aver vinto 4-0 all’andata?), Pochettino poi (ancora non è dato sapere cosa abbia mai fatto Pochettino per meritare una chance simile, misteri delle raccomandazioni). Nel mezzo Tuchel, uno che avrebbe potuto, ma l’hanno delegittimato il giorno stesso in cui l’anno assunto. Infatti, appena ha cambiato squadra tempo sei mesi sei, ha vinto la Champions League.
👉 Il Capo deve essere una guida, non deve saper fare il tuo lavoro, ma metterti nelle condizioni di farlo al meglio regalandoti fiducia e protezione. Devi poterti fidare. Della sua esperienza e competenza.
Rimanendo sull’attualità:
Decidere di comprare Neymar, giocatore straordinario, ma che non è mai uscito dal ruolo di “superfluo”. Superfluo nel Barça di Messi. Superfluo in Nazionale. E sicuramente non una guida, non un trascinatore, non un Ibra. Che ha sostituito. Neymar è tra i giocatori più forti della Storia di cui non si ricorderà nulla. Di recente è uscito un suo documentario su Netflix ed è incredibile come non ci sia nulla da vedere.
👉 Quando assumi un nuovo dipendente devi valutare anche l’impatto che avrà sugli altri del tuo team.
Decidere di comprare Mbappè, se hai già Neymar. O viceversa. Intendiamoci, Mbappè è fortissimo, ma che senso ha comprare un CTO se hai già un CTO bravissimo in Azienda? Non puoi lavorare con due CTO e non puoi mettere uno dei due a fare, chessò, il Data Analyst. Questo succede al PSG, dove Mbappè è andato a giocare nelle stesse zolle di Neymar, semplicemente perché è lì che gioca, si sapeva già, costringendo il brasiliano a vagare per il campo in cerca di un motivo. Depotenziandolo, tecnicamente e mentalmente.
👉 Qui c’è poco da spiegare. Se hai già la Gioconda non vai in giro a cercare un’altra Gioconda, ma un cavalletto.
Sull’acquisto di Messi 35enne non mi esprimo. Ho pena per lui ogni volta che lo vedo. Viene da abbracciarlo.
👉 Smettila di cercare su Linkedin profili a caso. Specie se leggi “sabbatical” di fianco alla loro ultima occupazione. (Questa è per pochi).
Ma la decisione più sbagliata presa da questo baord di fenomeni è stata un’altra, anzi una combo di decisioni:
Comprare Donnarumma. Intendiamoci, Donnarumma è fortissimo, in proiezione il portiere più forte del mondo. Ma ha davvero senso pagare un portiere 10 milioni di euro all’anno? Cioè che differenza ci sarà mai tra un portiere che paghi 10 e uno che paghi 5 o anche 1. Su, dai. Specie se ne hai altri 9 (no-ve) in rosa di cui il titolare è un 3 volte Campione d’Europa e 4 volte Campione del Mondo.
👉 Qui è tutta questione di ROI e Valore Atteso. È chiaro che se metto i dati in un qualsiasi solver mi dice che il prezzo è sproporzionato al ritorno.
Specie se lo compri per non farlo giocare, per tenerlo in panchina, per metterlo in discussione, per metterlo in competizione col suo collega più anziano. Di fatto, minandolo nel mindset, erodendo le sue sicurezze, depotenziandolo agli occhi del team, dell’azienda, del mercato, dei competitor. Ma soprattutto agli occhi suoi.
👉 Proteggi le tue risorse. Mettile nelle condizioni di performare al meglio. La politica del metterle sotto pressione per vedere come reagiscono è triviale.
Il risultato? L’ha visto ieri. Errore grave, gravissimo. Banale. Sicuramente evitabile. Colpa del tuo dipendente che tu hai reso insicuro, senza motivo. La tua Azienda che perde milioni. I tuoi competitor che ci marciano sopra. L’opinione pubblica che se la ride. E tu che dai la colpa a qualcun’altro. Le jeux sont fait rien va plus.
Copertina Jobbermag #9 | Vol.3 | Marzo 2022