L’altra mattina ero in macchina in Giambellino. Ok, se mi conosci sai che odio andare in macchina in città. Ho rinunciato ad avere un’automobile nel 2001 (certo, il là me l’ha dato il fatto che me ne abbiano rubate due nell’arco di 6 mesi, ma questa è una storia che racconteremo un’altra volta…).
Va beh, sta di fatto che ero in macchina in Giambellino e se non sei di Milano ti dico che Via Giambellino è un vialone lungo con un sacco di incroci, alcuni gestiti da semafori, altri solo da strisce pedonali e dare precedenza.
Mi avvicino a uno di questi e da lontano vedo che sul ciglio della strada c’è una donna con una bambina per mano intenta ad attraversare. La bambina ha delle treccine tenerissime. Rallento, mi fermo.
La donna inizia l’attraversata e con una mano trascina con foga la piccola mentre con l’altra comincia a brandire la borsetta verso di me come fosse un’arma urlandomi addosso che mi dovevo fermare.
Ma io mi sono fermato, appunto. Perché me lo sta dicendo?
Abbasso il finestrino per chiederle come mai mi stesse accusando di non aver fatto una cosa che avevo, appunto, fatto, ma non faccio in tempo ad aprire bocca che vengo raggiunto da un cartone in pieno volto. Ma che cazz…
Infatti dalla portiera sul lato passeggero è piombato all’interno dell’abitacolo un simpatico gentiluomo che vedendo la scena ha pensato bene di venire a dirmi che mi dovevo fermare. Ma io mi sono fermatooooooo.
“Eh, scusa amico. Ho visto la ragazza che urlava e ho pensato che la stessi importunando”.
Figurati, anche io normalmente non faccio domande e ragiono a cartoni, tranquillo.
Ma poi mi ero fermato cazzo. Se non mi fossi fermato cosa sarebbe successo? Mi mandavano una spedizione di mercenari armati ad attendermi in Piazza Napoli?
Ma il problema è proprio quello: che, io, mi sono fermato.
Non voglio un premio, ho solo seguito il codice della strada. Il dramma è che la gente è ormai così abituata a vivere nel far west, dove tutti fanno sempre e solo i proprio interessi, che, nel dubbio, prima ti urlano dietro e poi ti prendono a cartoni in faccia. Riformulo: urlano e picchiano l’unico che si è comportato bene, perché quelli che si son comportati male, non li rivedono mica. Sono lontanissimi, sfrecciati via, già in Viale Murillo.
Per cui il conto lo paga quello dietro, quello che si ferma.
Penso a quella povera bambina con le treccine, cosa avrà imparato da questa situazione?
Se una persona si comporta bene con te, se ti aiuta, si prende cura, mette il proprio interesse dietro al tuo, se segue le regole civili di base, tu insultala e menala. Sbagliare non fai.
Ma cosa c’entra questo racconto con Jobbermag? Se lavori in Azienda sono certo che hai capito la metafora. O no brother?
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Piuttosto, a te quante volte ti è capitato di fare la cosa giusta ed essere punito?
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Copertina Jobbermag #12 | Vol.3 | Maggio 2022